Come funziona l’anagrafe tributaria?

L’avvio dell’anagrafe tributaria ha provocato non poca apprensione, tipica delle situazioni in cui ci si trova davanti a qualcosa della quale non si conoscono gli effetti, specialmente a causa del suo naturale affiancamento al monitoraggio fiscale, che l’ha resa uno strumento atto a combattere l’evasione fiscale.

Dopo poco dal suo inizio però l’Anagrafe Tributaria ha ampliato la portata dei dati da gestire ed ai quali può avere accesso, quasi sempre con finalità di controllo, come per le utenze delle abitazioni, la comunicazione dei contratti di affitto, delle licenze edili, ecc.

Cos’è l’Anagrafe tributaria?

In modo molto sintetico è un grosso database, dove confluiscono una molteplicità di informazioni, inviate per via telematica con differenti date di scadenza. Tra queste c’è la mole di dati finanziari che ogni anno le banche, le finanziarie e le società di investimento dovranno comunicare al fisco, per vedere se ci sono delle discrepanze tra il risparmio, il patrimonio gestito, il saldo dei conti correnti (anche online) e la spesa sostenuta con le carte di pagamento, rispetto a quanto viene dichiarato al fisco (vedi anche Carte di credito senza conto corrente).

In caso di anomalie, rilevate in modo automatico, partono gli accertamenti più approfonditi. Tramite l’Anagrafe Tributaria si è voluto perciò introdurre un sistema di controllo aggiuntivo e non sostitutivo rispetto al redditometro. Sotto esame sono i conti correnti, i conti deposito e le altre forme di gestione del risparmio (come buoni postali, libretti di risparmio, ecc), depositi titoli gestioni patrimoniali, acquisto di preziosi e cassette di sicurezza.

La comunicazione dei dati viene fatta, come accennato, entro le scadenze imposte per ciascun anno, in modo automatico dalle banche, e una parte di questi dati viene utilizzata per fare la dichiarazione precompilata del 730 (vedi anche Carta con Iban anonima).

Il futuro dell’Anagrafe Tributaria?

Il sistema ha dato i propri frutti, facendo scattare fin dal principio una serie di controlli che, in alcuni casi, hanno permesso di individuare evasori fiscali. Quindi è altamente improbabile che si tratti di uno degli ennesimi tentativi che saranno messi da parte, anzi, si parla di implementazione dei servizi con componenti aggiuntive.

In ogni caso, una parte delle funzioni di verifica sono accessibili anche ai contribuenti, per i controlli più semplici, come quelli sulla correttezza di dati come codice fiscale, partita Iva, ecc, ed è soprattutto sotto questo punto di vista che la digitalizzazione dei servizi dovrebbe essere messa al servizio dei cittadini. Rimangono però dubbi sul tipo di uso che a sua volta il fisco farà dell’uso di questi servizi, e se confluiranno ulteriormente in un sistema di controllo più sofisticato ed esteso.

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